
L’esposizione è un’occasione speciale per contemplare, in un antico ambiente conventuale, la creatività di un autore contemporaneo dedito pienamente all’arte sacra, in grado di offrirsi come strumento di meditazione sulla via spirituale della bellezza e sul suo nesso intimo e profondo con la speranza. La selezione tematica coinvolge una ventina di opere di carattere polimaterico, comprese le statue ispirate alla figura della Madre di Dio, tra cui una ispirata alla quattrocentesca Madonna del Magnificat, custodita a Monte Berico.
Friulano di origine, nato a Pasiano (Pordenone) nel 1942, padre Buset è stato per molti anni docente di discipline artistiche a Vicenza, presso la scuola professionale dei Giuseppini del Murialdo, fino al trasferimento nel 2007 a Venezia, nella parrocchia di Madonna dell’Orto. Nella città lagunare ha ricevuto l’incarico di cappellano della Scuola Grande di San Rocco.
L’inaugurazione della mostra, a cura di Agata Keran e padre Roberto Cocco, avrà luogo sabato 14 giugno alle ore 18.00, con gli interventi di p. Carlo Rossato, dei curatori e di Loretta Grigoletto, presidente della Fondazione padre Vittorio Buset.
La mostra potrà essere visitata sabato (ore 15-18) e domenica (ore 9-12 e 15-18). Per info e prenotazioni di visite guidate, rivolgersi via mail al museo@monteberico.it o telefonicamente al 0444.1242153.


SPERANDO LA BELLEZZA
Un omaggio a padre Vittorio Buset nell’anno giubilare 2025
testo di Agata Keran, curatrice della mostra
Vicenza, 10 giugno 2025
Padre Vittorio Buset fatica molto a trovare titoli per le sue opere. Nulla di strano: ogni creazione uscita dalle sue mani è esito di una ricerca senza soluzione di continuità, dove ogni nuovo manufatto si infila, a stregua di una nuova perla, nella lunga e indissolubile collana della vita.
Passo dopo passo, gesto dopo gesto, immagine dopo immagine, la sua arte si fa sentinella di una sete costante verso l’Infinito, il quale si mostra nella strabiliante semplicità di presenze naturali: umili, piccole, anzi minime. Granelli multiformi di sabbia, scintillii sommessi di schegge di quarzo, pezzi di legno consumati da intemperie, rami ritorti di alberelli spogliati di foglie.
Apparentemente nulla di eclatante. In realtà, è proprio in questo orizzonte silenzioso ‒ al contempo visivo e contemplativo ‒ che si svela una ricchezza di rara profondità interiore, capace di toccare, spronando delicatamente, l’anima stremata dalla quotidianità meccanica, uniforme e univoca; indifferente quindi al valore eccezionale e unico di qualunque particella della nostra esistenza.
Le opere di padre Buset spalancano una prospettiva accogliente e fiduciosa verso ogni sguardo – ancora acerbo o già assai maturo – capace di scorgere il sottile suono dell’essenziale, inteso non come un pozzo svuotato, ma come un’autentica miniera di forza generativa, da scoprire meditando lentamente segni, relazioni e sensi del creato, attraverso un approccio che precede la dimensione razionale e trova il proprio impulso nel gioco, nel canto, nella poesia, nella preghiera.
L’arte per padre Buset è come una grazia che accarezza e rigenera il corpo ferito del mondo e lo guida oltre lo sfregio della storia umana, verso la fenditura nascosta da cui emana il fiotto continuo di luce taborica della speranza e della consolazione.
“Per grazia ricevuta”l’artista compone le sue immagini ispirate, in grado non solo di placare il suo tumulto interiore, ma di offrirsi come sostegno per condurre altri “compagni di viaggio” oltre la frontiera dell’ordinario, dello scontato, del visibile, verso la scommessa della trasfigurazione.
